Libro Blu 2021, Cardia (Acadi): “Giochi, serve sviluppo equilibrato dell’offerta”
(Da Gioconews.it)
“Molti rimangono sbalorditi che il settore del gioco sia così evoluto e con gli stessi rapporti e adempimenti che hanno le principali industrie del Paese. Aspettiamo il riordino in maniera circolare e serve un maggiore equilibrio e una lotta alla questione territoriale con la stessa forza con cui si sfida l’illegalità”.
È la richiesta avanzata da Geronimo Cardia, presidente di Acadi – Associazione concessionari apparecchi da intrattenimento, nel corso della presentazione del Libro blu del 2021, il report che espone i risultati conseguiti nei settori di competenza da Adm, tenutasi oggi, 26 ottobre, a Roma.
Cardia sottolinea inoltre “il nemico comune della concorrenza sleale e del disvalore sociale dell’illegalità” e che “la ragion d’essere del mercato regolamentato dei giochi è proprio contrastare, nell’offerta e nella collaborazione con le Istituzioni, il gioco illegale ed irregolare, e di evitare rischi di sfruttamento dei consumatori continuando a proporre forme di intrattenimento basate su corretta informazione, tutela delle fasce deboli, certezza per i consumatori.
I concessionari – evidenzia il presidente Acadi – investono molto nella compliance ed in sistemi di controllo delle filiere sempre più approfonditi.
La collaborazione, anche tecnica, con le istituzioni resta un obiettivo primario, per comprimere al massimo un fenomeno che interessa diversi prodotti di gioco fino a contabilizzare – in nero – svariati miliardi di euro”.
Il discorso di Cardia si incentra dunque sull’importanza del riordino “in un equilibrio tra punti specializzati e generalisti finalizzato allo sblocco della questione territoriale e conseguentemente allo sblocco delle gare. La domanda di gioco cambia lentamente, ancora oggi è estesa negli esercizi generalisti – con gli apparecchi a piccola vincita e le lotterie – pur consolidandosi le sale specializzate e il gioco a distanza.
Oggi abbiamo, tenendo conto delle diverse sovrapposizioni, oltre 50.000 esercizi ‘generalisti’ ed oltre 10.000 sale dedicate al bingo, alle scommesse, agli apparecchi da gioco. E di questo la riforma certamente dovrà tenere conto in ottica di equilibrio”.
Inoltre, “è essenziale registrare correttamente le tendenze di consumo, evitare l’ulteriore diffondersi di soluzioni di prevenzione che si dimostrano inefficaci ed assicurare, ora e per il futuro, una distribuzione corretta, dalla quale derivare gli asset economici che saranno oggetto dei futuri affidamenti.
La questione territoriale intesa come errore tecnico urbanistico che impone divieto sulla sostanziale totalità dei territori va rimossa senza se e senza ma senza giri di parole. E ciò per effettuare le gare. Altrimenti inattuabili per diretta ammissione de Consiglio di Stato e del Mef”.